Ritiro di meditazione Vipassana di 10 giorni: la mia recensione imparziale!
La prima volta che ho sentito parlare dei ritiri Vipassana è stato mentre vivevo in Nuova Zelanda nel 2019. Uno dei miei coinquilini decise di parteciparci per pura curiosità e senza alcuna precedente esperienza di meditazione. Ricordo perfettamente i pensieri e le sensazioni che provai mentre mi spiegava come il tutto era strutturato. 10 giorni in completo silenzio, niente accesso al telefono o internet e 10 ore di meditazione al giorno?! Cosa? Mi sembrava una cosa intensa ma anche interessante.
Da quel giorno, ho iniziato a pensare sempre di più a questa esperienza così unica ed incredibile. Dentro di me sentivo nascere il desiderio di volerla sperimentare per provare a conoscere meglio la mia mente e spirito. Durante la pandemia vivevo in Australia e trovai un centro Vipassana vicino a casa mia. Tuttavia, il corso di 10 giorni per nuovi studenti era sempre pieno e io mi sentivo ancora un po’ dubbioso sul farlo.
Spostiamoci ora ad inizio Marzo 2022. Ero tornato a casa in Italia e stavo passando un periodo pieno di ansia, dubbi, incertezze, tristezza e procrastinazione. Volevo scappare ma non sapevo dove e volevo provare a trovare delle risposte. È stato allora che mi è tornato il desiderio di provare a fare questo ritiro.
Cercando su Google ho trovato un centro in Italia, precisamente a Lutirano in Toscana, con un corso che sarebbe iniziato una settimana dopo e che aveva ancora alcuni posti disponibili. Subito la mia mente ha iniziato ad impazzire e mi ci sono voluti 2 giorni per darmi coraggio e prenotare. Tuttavia, anche dopo aver confermato la mia prenotazione, mi sentivo ancora incerto e spaventato. Le lunghe ore di meditazione, il silenzio, il divieto di accesso al telefono e l’ultimo pasto alle 5 del pomeriggio mi sembravano regole troppo folli ed impossibili da seguire.
Cos’è la meditazione Vipassana
Vipassana è un tipo di meditazione che una volta era molto popolare in India, ma con il tempo si è poi andata perdendo. Fu riscoperto da Gotama il Buddha 25 secoli fa che iniziò ad insegnarla a milioni di persone. Tuttavia, la persona che la rese così internazionale fu S. N. Goenka, un insegnante indiano che la imparò da un monaco in Myanmar.
La parola Vipassana significa “vedere le cose come sono veramente“. È un processo di auto-purificazione attraverso l’auto-osservazione. Non è una vera e propria meditazione guidata, in quanto si ricevono alcune istruzioni all’inizio, ma poi il lavoro vero e proprio viene fatto in completo silenzio. È una tecnica di meditazione buddista, ma questi ritiri sono aperti a tutti, indipendentemente dalla propria religione, sesso o razza, perché ciò non ha nulla a che fare con la religione o altro.
Giorno 0
Il giorno 0 del mio ritiro Vipassana è iniziato intorno alle 17 quando io e gli altri partecipanti siamo arrivati al centro. Appena arrivi devi lasciare il tuo telefono e altri oggetti di valore, riempire alcuni moduli, confermare nuovamente la tua volontà a stare fino alla fine del corso e sistemati nella tua stanza. Verso le 18 abbiamo mangiato una cena molto leggera (gli uomini da un lato dell’edificio e le donne dall’altro) che consisteva in una zuppa e dei crostini. A quest’ora ci era ancora permesso di parlare, così tutti abbiamo cercato di conoscerci un po’ meglio. Poi, dalle 8 alle 9 di sera abbiamo fatto la nostra prima meditazione e dopo di essa è iniziato il Nobile Silenzio.
A questo punto mi stavo sentendo tranquillo e molto preso. Era comunque strano essere in un posto nuovo senza avere accesso al mio telefono o amici.
Giorno 1
Il gong ha suonato alle 4 del mattino e fuori era ancora buio pesto. Riguardo alla prima meditazione del mattino (ed altre durante la giornata), puoi scegliere se farla nella tua stanza o nella sala di meditazione. Inizialmente avevo pensato di andare nella sala ma poi decisi di rimanere in stanza. Ammetto che non ho meditato per tutte le 2 ore, ma ho comunque provato a fare del mio meglio.
La colazione era dalle 6.30 alle 7 e consisteva in una varietà di pane, marmellata, latte di soia e di riso, avena, yogurt, cereali, frutta e kompot che era un mix di frutta cotta in uno sciroppo dolce. Oltre a questo, c’era un’ampia selezione di tè e caffè. Il giorno 0 ci avevano detto che, normalmente, i pasti sono a buffet, ma noi venivamo serviti a causa del Covid.
Dalle 8 alle 9 abbiamo fatto la nostra prima meditazione di gruppo nella sala. Ognuno aveva il proprio posto assegnato e c’era un’ampia varietà di cuscini o coperte da poter utilizzare.
Credo di aver utilizzato tutti gli strumenti a mia disposizione per cercare di stare dritto con la spalla! Nonostante ciò, dopo pochi minuti, la mia schiena e il mio collo stavano iniziando a diventare doloranti e rigidi. In qualche modo sono comunque riuscito a superare questa meditazione e ne sono stato molto felice.
I primi tre giorni ci si concentra sulla respirazione e sulla zona tra l’inizio delle narici e il labbro superiore. L’obiettivo è di affinare la propria mente per la meditazione Vipassana che ha inizio il quarto giorno.
Personalmente non ero nuovo alla meditazione ed è una cosa che cerco di fare ogni giorno, ma la mia media era di 20 minuti al giorno al massimo, non 10 ore! Dopo i primi 30 minuti la mia mente ha cominciato a vagare e tornare alla realtà era una grande sfida.
Dalle 9 alle 11 c’era un’altra meditazione secondo le istruzioni dell’insegnante, il che significava o dover rimanere nella sala oppure poter andare nella propria stanza.
Il pranzo era alle 11 del mattino, che per me era presto, ma ammetto che ci si abitua a questi orari molto facilmente. Ho ADORATO i pranzi che ho mangiato lì. C’era sempre un’ampia scelta di zuppe, pasta, riso, legumi, insalata, pane e anche dessert (alcune volte). Ti era anche permesso di riempire il tuo piatto più volte se rimaneva del cibo.
Tra le 12:00 e le 13:00 c’era un Q&A con l’insegnante se avevi qualche domanda o dubbio sulla tecnica.
Dopo il Q&A, dalle 13:00 alle 14:30 bisognava meditare o nella sala o nella propria stanza, poi dalle 14:30 alle 15:30 c’era un’altra meditazione di gruppo mentre dalle 15:30 alle 17:00 un’altra meditazione secondo le istruzioni dell’insegnante come al mattino.
La pause per il tè era dalle 17.00 alle 18.00 e questa era considerata come cena! Un po’ di tè e frutta!!! Se sei un vecchio studente puoi nemmeno mangiare la frutta. Anche prima di iniziare questo ritiro non riuscivo ad accettare questa regola.
“NIENTE CENA?? “Come potrei mai sopravvivere?“ Ad essere onesto, però, mi sono rapidamente adattato. Sì, il mio stomaco iniziava a brontolare intorno alle 8-9 di sera, ma raramente mi sentivo come se stessi morendo di fame.
L’ultima lunga meditazione di gruppo era dalle 18 alle 19, dopodiché si ascoltava il discorso quotidiano di Goenka per circa 70 minuti prima di concludere la giornata con una meditazione finale dalle 20:30 alle 21.
Infine, dalle 21:00 alle 21:30 c’era un altro Q&A con l’insegnante, ma si poteva andare nella propria stanza se non si avevano domande da fare.
Le luci venivano spente alle 21:30.
Non potevo credere che il primo giorno fosse passato. Il mio corpo stava già soffrendo molto, mi chiedevo perché diavolo fossi venuto qui e volevo già andarmene. Inoltre, stavo veramente soffrendo per il non essere in grado di poter parlare con i miei amici o fuggire dalla mia mente. In effetti, durante questo ritiro mi sono reso conto di quanto io utilizzi il mio telefono come distrazione dalla mia mente.
Giorno 2: probabilmente sto impazzendo
Il secondo giorno la routine era assolutamente la stessa del primo. Meditazioni mattutine, colazione, altra meditazione, pausa in giardino, altra meditazione e ancora altra meditazione. In questo giorno, però, avevo già iniziato a pensare di andarmene. Il fatto di non poter essere in contatto con i miei amici o sfuggire alla mia mente stava intensificando ogni sensazione dentro di me. Ricordo di aver avuto alcuni mini attacchi di panico durante il giorno perché mi sentivo completamente perso e perché il tempo sembrava non passare mai.
Inoltre, non sapevo se stavo lavorando come avrei dovuto o se ero davvero pronto per questo ritiro. Continuavo a ripetermi di provare a superare almeno il terzo giorno prima di pensare di smettere e che ero in grado e abbastanza forte per farlo.
Giorno 3: Non ho idea di cosa stia succedendo nel mio stomaco!
Questa giornata è andata relativamente bene, nonostante il fatto che l’addome e lo stomaco mi facessero male e che stessi anche digerendo male, il che mi preoccupava. Iniziai a pensare che forse non stavo assorbendo nessun nutrimento dal cibo che stavo mangiando.
Oggi è stata anche la prima volta che ho parlato con l’insegnante. Mi chiese come stavo andando e mi disse che tutto ciò che stava accadendo sia nel mio corpo che nella mia mente era una buona cosa. Disse che era dovuto al fatto che stavo lavorando bene e tutte le preoccupazioni, l’ansia, lo stress e la tensione che avevo tenuto dentro di me stavano lentamente uscendo. Non ero sicuro che fosse davvero quello che stava succedendo, ma sentirlo mi aveva dato speranza.
Infine, in questo giorno ho avuto un pensiero che non ha mai lasciato la mia mente. Io tendo a lamentarmi spesso del fatto che perda sempre tempo. Ci sono momenti in cui mi sembra di non fare abbastanza durante il giorno e altri in cui è come se avessi fatto tante cose che servivano solo a riempire lo spazio e il tempo. In questo ritiro il tempo però diventa molto relativo e questo mi ha ricordato che ho davvero del tempo a mia disposizione e che dipende da me come lo uso. Abbiamo tutti una quantità infinitamente finita di tempo da usare su questo pianeta e sta a noi decidere come usarla perché essa è già a nostra disposizione.
Giorno 4: Iniziamo ad imparare la meditazione Vipassana
Il quarto giorno è quando si inizia a imparare la meditazione Vipassana e quando si fa anche una meditazione di 3 ore dalle 14 alle 17. Mi sentivo molto felice con me stesso per essere arrivato fin qui e ancora non riuscivo a crederci veramente. Tuttavia, la giornata è iniziata in un modo un po’ folle perché il manager ha fatto irruzione nella mia stanza alle 4:50 del mattino per controllare se fossi sveglio o meno (lo ero), il che mi ha mandato nel panico pensando che mi stessi perdendo una meditazione di gruppo o qualcosa del genere. Inoltre, mi ha chiesto se fossi disposto a cambiare stanza e spostarmi con altre persone, ma per fortuna questo non è successo fino al 7° giorno.
A questo punto la mia schiena e il mio collo erano diventati un blocco unico di dolore e rigidità e stavo cercando di convincermi ad arrivare almeno al 7° giorno. Volevo iniziare ad imparare questa Vipassana e darmi qualche giorno per provarla.
Arrivò il pomeriggio, ci mettemmo sui nostri cuscini e Goenka iniziò a parlare di Vipassana per quello che sembrò un giorno intero. Fondamentalmente dovevamo usare la nostra mente per scansionare il nostro corpo pezzo per pezzo e osservarne le sensazioni. Dovevamo farlo cercando di stare seduti dritti e senza aprire gli occhi o muovere mani e piedi. Una tortura!
Probabilmente sono riuscito a non muovermi per 5-10 minuti e poi l’inferno ha fatto visita al mio corpo. Mi sentivo così dolorante che non potevo muovermi. Alla fine delle 3 ore avevo raggiunto un livello di dolore tale che volevo piangere e vomitare allo stesso tempo. Per questo motivo ho chiesto di parlare con l’insegnante che mi ha detto che stavo lavorando bene e che queste sensazioni erano normali. Tuttavia, mi ha dato il via libera per usare una sedia per le future meditazioni.
Giorno 5-6-7: Verso la fine
Durante questi giorni avevo iniziato a sentirmi un po’ meglio. A partire dal quarto giorno il tempo era stato costantemente bello al punto che sembrava estate. Pertanto, la maggior parte di noi era solita trascorrere le ore di meditazione “autogestita” all’aperto, anche se Goenka non lo consigliava.
Ci sono stati momenti durante la meditazione di gruppo in cui mi sono concentrato così tanto che ho sentito il mio corpo come se fosse un blocco unico. Niente si muoveva e l’unica cosa che potevo sentire era il mio respiro che entrava e usciva dalle narici. Altre volte, invece, ho davvero lottato per stare ferma e mi muovevo continuamente, mi grattavo, guardavo l’orologio e mi annoiavo!
Questo è anche il momento in cui ho iniziato a fare qualche sonnellino veloce durante il giorno. Non faccio mai pisolini perché non mi piace, ma stavo dormendo così poco che il mio corpo ne aveva veramente bisogno!
Il 7° giorno ho dovuto cambiare stanza e trasferire in una stanza condivisa perché uno degli aiutanti era risultato positivo al COVID e doveva andare in isolamento!
Giorno 8: ho effettivamente rotto il Nobile Silenzio
Ora parliamo un attimo del Nobile Silenzio. Dal primo giorno ho iniziato a parlare con me stesso soprattutto mentre camminavo in giardino o nella mia stanza. Cantavo qualche canzone o semplicemente mi davo forza e sostegno. Non credo che questo conti come rottura del Nobile Silenzio, ma non ne sono sicuro al 100%. La regola diceva di non parlare con gli altri usando la voce, il corpo o i gesti, ma non diceva nulla sul parlare con se stessi.
Tuttavia, il giorno 8 uno dei miei compagni di stanza mi ha parlato e abbiamo fatto una breve ma necessaria chiacchierata. Abbiamo parlato per lo più del tempo e del luogo, ma questo mi ha veramente aiutato mentalmente e mi ha tirato su il morale.
Questa giornata si è conclusa in un modo molto particolare, perché due ragazzi hanno quasi fatto a botte alla fine dell’ultima meditazione. Da quello che ho capito, un uomo davanti non la smetteva di scoreggiare così il ragazzo dietro di lui gli ha dato un colpetto sulla spalla e gli ha chiesto di smettere. Il primo uomo si è arrabbiato molto e ha iniziato ad urlare contro di lui il che ha portato un altro a cercare di calmarlo minacciandolo di dargli un pugno! Sia il manager che l’insegnante hanno cercato di calmarli e hanno detto loro di smetterla.
Quella notte avrò dormito solo 2 ore perché mi sentivo piuttosto agitato.
Giorno 9
Mi sono svegliato molto stanco ma anche molto felice perché ero arrivato alla fine di questa routine intensa. Sembrava un mese fa quando ho iniziato questa esperienza al giorno 0 e ora eccomi al giorno 9!
Il tempo era bellissimo e passai molto tempo seduto sull’erba a godermi il calore del sole e ad ascoltare il canto degli uccelli. Meditare per un’ora o più di fila mi sembrava ancora difficile, ma il dolore del corpo cominciava a diminuire.
Molti pensieri che avevo all’inizio del ritiro hanno cominciato a cambiare.
- “Forse farò un altro ritiro in futuro”
- “Sono veramente capace di fare tutto ciò nel quale ci metto tutto me stesso”.
- “Ho ancora tempo”
Giorno 10: Questo ritiro di meditazione Vipassana è finito!
QUESTO ERA IL GIORNO!
Dopo le due meditazioni mattutine, è finalmente permesso di passare dal Nobile Silenzio alle Nobili Chiacchiere.
Questo è il giorno in cui impari anche un nuovo tipo di meditazione da fare alla fine della tua ora di Vipassana. Consiste nel desiderio di voler condividere la propria felicità, calma e gioia con tutti gli esseri viventi. Goenka dice che ci vogliono solo pochi minuti ma con il suo canto si è arrivati a 21!
Ammetto che dall’ottavo giorno circa, ho fatto molta fatica ad affrontare il suo canto e i suoi discorsi. Specialmente il suo canto era troppo lungo e poco melodico.
Quando siamo usciti dopo la meditazione dalle 8 alle 9/10 del mattino, è stato così bello e allo stesso tempo così strano poter parlare liberamente con tutti. Ci siamo sentiti tutti come se fossimo vecchi amici e una sorta di supereroi per essere arrivati alla fine.
Quello che mi è piaciuto molto è stato lo sbagliarmi riguardo a molte supposizioni che avevo fatto sulle altre persone. Quando puoi solo vedere le persone senza parlare con loro si tende ad inventare tante storie su di loro. C’era un tizio che a me sembrava molto serio e una specie di serial killer che in realtà era un uomo veramente disponibile e gentile.
Ci è stato anche permesso di incontrare le ragazze e poi abbiamo fatto un tour della proprietà che è enorme! Abbiamo visto gli animali selvatici, imparato cosa stanno progettando di costruire per espandersi e come è nato questo posto.
Abbiamo anche parlato di quello che abbiamo provato durante questi 10 giorni ed è stato interessante sentire le risposte degli altri. Molti hanno detto che hanno iniziato a ricordare cose della loro infanzia che avevano completamente dimenticato. Altri hanno detto che si sono sentiti liberi dai pesi del passato che si portavano dietro. Personalmente, non ho avuto queste esperienze ma ho avuto le mie realizzazioni e questo va assolutamente bene. I ritiri Vipassana sono esperienze così personali che proverai e realizzerai ciò che è destinato a te.
Questo giorno finale ha veramente reso l’intera esperienza degna di essere vissuta fino alla fine. Ho amato ogni secondo di questo giorno e la mia anima e il mio corpo erano pieni di positività e felicità.
Anche l’orario era più rilassato rispetto ai giorni precedenti. C’erano solo le meditazioni del pomeriggio e della sera da fare e il discorso. Il resto del tempo era per tutti noi per divertirci e stare insieme. Abbiamo anche avuto una vera e propria cena in questo giorno il che ho apprezzato molto!
Giorno 11: Ritorno al mondo tradizionale
L’effettivo giorno finale è iniziato con l’incontro di tutti noi alle 4.30 nella sala di meditazione per ascoltare l’ultimo discorso di Goenka. Nessuna meditazione dopo o prima di esso. Abbiamo poi fatto colazione e aiutato lo staff a pulire il posto per i prossimi studenti.
Pensieri finali riguardo a questo ritiro di meditazione Vipassana
Allora, cosa ho imparato da questi lunghissimi e difficili 10 giorni?
Beh, un bel po’ di cose in realtà.
- Prima di tutto che i ritiri Vipassana non sono una setta.
- La meditazione Vipassana non è una cura magica o l’unica cura per la nostra miseria o problemi.
- È un’esperienza potente e interessante da provare? Penso di sì.
Quindi, quali lezioni sto portando con me?
- Prima di tutto il fatto che sono capace di credere in me stesso. Questi 10 giorni mi hanno ricordato e dimostrato che posso raggiungere qualsiasi obiettivo io voglia e che ho molta più forza di volontà di quanto io pensi e che sono davvero capace di credere in me stesso.
- Ha creato in me la consapevolezza del fatto che tutti abbiamo una quantità infinitamente finita di tempo e che sta a noi decidere come usarlo. È già a disposizione per tutti noi ed è sì finito ma anche infinito perché è quasi impossibile calcolarne la sua fine. Possiamo usarlo come vogliamo e, forse, la frase “non ho tempo” è ormai molto abusata. Mentre ero immerso nelle colline toscane, quei 10 giorni mi sono sembrati un mese e mi sembrava di avere tutto il tempo del mondo.
- Ho imparato a concentrarmi di più su ciò che sento nel mio corpo senza cercare di giudicare o agire su di esso, perché questo avvia il processo di moltiplicazione. Ora cerco di vedere cosa sta succedendo nel mio corpo e ricordare a me stesso che queste sensazioni moriranno nello stesso modo in cui sono nate. Che sia un attacco di panico o la migliore sensazione di sempre, non durerà per sempre e va bene così.
Lo farò di nuovo?
Forse, ma non presto. Tuttavia sono pronto a riprovarci in futuro.
Lo raccomando?
Certo, è un’esperienza unica, interessante, intensa e dura che potrebbe essere utile a tutti. La vivrete sicuramente a modo vostro e vi insegnerà cose che sono destinate a voi.
Ammissione #neanchemiricordo
Tra le tante regole in vigore ce ne sono alcune che dicono che non bisogna portare con sé libri, diari o cibo o fare yoga. Beh, io le ho infrante e ho scoperto che queste mi hanno aiutato a non abbandonare questa esperienza.
Ho trovato molto prezioso e utile avere con me un diario dove potevo scrivere i miei sentimenti e pensieri. Avevo con me anche un libro chiamato La Bhagavad Gita che è uno dei più antichi libri indù. La cosa divertente era che la maggior parte dei capitoli che ho letto durante il ritiro coprivano gli stessi argomenti dei discorsi quotidiani di Goenka!
Infine, avevo anche un pacchetto di biscotti con me per la notte che rendeva le serate più dolci.
Penso che alcune delle regole non sempre giovino a tutti coloro che partecipano ad un ritiro Vipassana, ma non ne sono sicuro. Romperle ha funzionato per me e va bene cosi.
Hai mai partecipato ad un ritiro Vipassana? Come è andata? Raccontamelo nei commenti!